Emilio Capizzano

Una breve biografia dell’artista Rendese.

A fine pagina 2 filmati: uno di Rai Uno con Giancarlo Magalli che intervista la figlia di Emilio Capizzano, la signora Fedora Capizzano e il concerto della banda che esegue un pezzo dell’Amalia.

Il secondo al Museo Civico di Rende con un concerto commemorativo in memoria di Capizzano

Si ringrazia Marcello Provenzano per il materiale video inedito.

Biografia: fonte:http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/personaggi/musicisti/e_capizzano.php

Nato a Rende, in provincia di Cosenza, il 24 dicembre 1883, da Angelo, apprezzato vasaio e trombettista dilettante e da Eugenia Greco, Emilio Capizzano iniziò a studiare musica sotto la guida del padre e del maestro Guerresi, direttore della banda musicale di Rende. Le prime lezioni di pianoforte gli furono impartite da Saverio Vitari.

Iscrittosi quattordicenne al Conservatorio napoletano di San Pietro a Majella compì regolari studi con prestigiosi insegnanti fra cui il conterraneo Paolo Serrao.

Dopo il conseguimento del diploma in alta composizione Capizzano assunse come centro della sua attività artistica la Calabria, con frequenti spostamenti a Napoli. A Cosenza, agli inizi del secolo, dirigeva la Banda Municipale cittadina tenendo vari concerti in provincia.

Da registrarne la presenza a Paola fra il 1911 e il 1912 per tenervi dei corsi popolari di musica riconosciuti dal Provveditorato agli Studi. Ancora a Catanzaro, Rende, Cosenza, svolgeva una diversificata attività concertistica.

Ma il suo intento era quello di seguire le orme di Leoncavallo e Mascagni abbracciare cioè fino in fondo la carriera di direttore d’orchestra. lmportante, in questa convincimento, era stata l’esperienza della scrittura ottenuta, ventunenne, presso una compagnia lirica in tournée fra Egitto, Libano, Turchia e Grecia. E l’altra, successiva di qualche anno, vissuta in seno ad un’altra compagnia che aveva rappresentato opere liriche italiane a Vienna, Budapest e Pietroburgo.

Nella prima metà degli anni ’20 si verificarono alcune circostanze che si ero rilevate determinanti per la sua carriera artistica. Nel 1920, al Teatro Dal Verme di Milano, riceveva i complimenti dallo stesso autore Puccini per la magistrale direzione dell’opera “La rondine”. Nel ’21 era a Napoli nel Quartetto del Teatro San Carlo.

Dal ’20 fu presente a Cosenza, nella qualità di maestro concertatore e direttore d’orchestra in alcune stagioni liriche del Teatro Comunale bruzio.

L’immaginaria lettura della nota di sala si ferma ad alcune fra le ultime occasioni per lavorare in Italia prima di far parte di quel movimento di musicisti, formatisi alla scuola dei grandi didatti dei conservatori fra fine 800 e inizio secolo, che svilupperanno la propria attività a ventaglio in Europa e fuori dal Vecchio Continente. Del resto, erano quelli anni in cui andava imponendosi una nuova figura di direttore d’orchestra, con le prerogative e le funzioni di oggi, intesa come musicista estremamente professionalizzato che dirige, dal podio, musica generalmente scritta da altri.

Un direttore d’orchestra che non assomma necessariamente più i ruoli di compositore-interprete autentico delle proprie partiture ma è lettore-interprete di opere dell’altrui ingegno artistico. Nell’affermazione di questo nuovo ruolo l’attività svolta da musicisti italiani all’estero – gli Spontini, i Bottesini, i Mancinelli – riveste un’importanza determinante.

Il fenomeno è riscontrabile sia in America del Nord – basti pensare alla stanzialità newyorchese di Toscanini – che in Sudamerica. A tal proposito si potrebbe ancora citare come esempio l’esperienza brasiliana di Gualtiero Sanelli.

Capizzano partecipava a tale fenomeno di centrifugo flusso di numi della bacchetta che, spintisi al di là dei confini nazionali, affermavano oltreoceano una spontanea strategia di “esportazione” della tradizione melodrammatica italiana.

 

Mostra Emilio Capizzano Museo Civico di Rende

 

Intervista Rai Uno a Fedora Capizzano

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito il concerto al museo civico del 1989: